Ho aperto Instagram, come faccio quasi ogni giorno, anche se ultimamente con il cuore pesante, perché so che vedrò molte immagini che fanno male al cuore e allo stomaco, ma le voglio vedere, perché nel mio senso di colpa per non poter fare nulla per lo scempio che si sta compiendo in medio oriente, almeno non voglio sentirmi in colpa anche per non aver avuto il coraggio di guardare, e di indignarmi, pubblicamente e ripetutamente.
Ovviamente non tutti i contenuti sui social in questi giorni riguardano la cronaca di guerra, anzi, in moltissimi continuano a postare la loro quotidianità, cosa che mi indispettisce e mi intristisce, ma non posso giudicare il modo in cui le persone gestiscono il dolore, il senso di colpa, o semplicemente i loro account social.
Bene, nello scrolling infinito mi è apparso il post di un account che seguo non so se più per nostalgia della Casa nella prateria o semplicemente per un leggero masochismo.
Il post in questione è di Ballerina Farm, un account che racconta la quotidianità (Bah…) di una famiglia americana dello Utah che vive in una fattoria.
Lei, Hannah, la mamma influencer in questione, ex ballerina e laureata in Business Administration, è la versione 2.0 di Laura Ingalls: è bella, è magrissima, biondissima, mamma perfetta e sorridente di 6 o 7 marmocchi, che spignatta nella sua cucina di campagna, fatta da un tavolaccio in legno grezzo e una stufa in ferro finto antica che costa più di 30.000 $.
Scena: domenica mattina presto, prendevo il caffè cercando di schermare il suono dei cartoni animati in sottofondo e anche, ad essere sincera, quello dei miei figli che chiedevano qualcosa ogni 3 minuti. E io, di figli, ne ho solo due.
Ballerina appare sullo schermo del mio telefono. Bella, finto spettinata, chiara e luminosa, stilosa nella semplicità di una maglietta bianca ed un gilet di jeans, con la “parannanza” coordinata e ovviamente, incinta. Di baby numero 8, scopro.
La didascalia del reel dice: “Il mio comfort food. Pane e burro”.
Ora… ammetto che anche io, da quando ho scoperto il burro salato, sono diventata fan di questo semplice e veloce spuntino, e che si, posso capire sia un comfort food. Ma il punto non è questo. Il punto è che mentre noi comuni mortali prendiamo una fetta di pane qualsiasi, molto probabilmente in busta, e senza nemmeno tostarlo ci schiaffiamo sopra una noce di burro, questa giovane donna che ripeto, è incinta del figlio numero 8 e che quindi si presume ne abbia altri 7 che urlano e corrono per casa, lei non solo FA IL PANE, nossignore, lei FA ANCHE IL BURRO. A mano.
E lo fa usando un antichissimo stampo in legno che manco il nonno di Heidi, decora il pane prima di infornarlo nella sua stufa a legna e il latte, OVVIAMENTE, viene dalla sua stalla piena di vacche che non puzzano e non hanno mosche addosso ma che anzi, come nel film “La carica dei 101”, sono felici di donare il loro latte ai cuccioli biondi di Ballerina Farm.
Mamma mia che nervi! Non bastano le centinaia di mamme influencer perfette e con trucco sposa fisso, come Brooke Logan ai tempi d’oro, che ci spiattellano in faccia quanto sia bella e serena la loro vita, quanto siano belli, puliti ed educati i loro bambini. Vediamo ogni giorno quanto siano creative in cucina, pazienti a giocare con i figli, (ovviamente con giochi di legno in colori pastello e design boho chic) abili a truccarsi come una make up artist e a farsi quelle cavolo di beach waves che hanno tutte, in soli 5 minuti.
No, non bastano loro a farci sentire un completo fallimento, adesso siamo al livello successivo del video game, e io mi sento come super Mario che dopo tutta la fatica che ha fatto correndo come un pazzo per raccogliere monetine, saltellando sulla vita per non cadere nel baratro, adesso deve pure combattere col mostro.
Dopo qualche anno di social media, ormai abbiamo pianto tutte le nostre lacrime specchiandoci in mamme influencers perfette mentre noi eravamo un impiastro di tuta scompagnata, capelli semi unti e pantofole InBlu. Ormai abbiamo capito che in fondo, quella vita da mamma cool che sembra appena uscita da Vanity fair non è reale. Abbiamo capito che quelle mamme urlano quanto urliamo noi, semplicemente lo fanno a telecamere spente e ci mostrano quello che è utile al loro scopo: farci sentire uno schifo cosi da voler essere come loro. E per essere come loro dobbiamo spalmarci la stessa crema, bere la stessa tisana, giocare con gli stessi giocattoli, vestirci con gli stessi abiti. Approfondiremo questo argomento perché continuo a trovarlo estremamente interessante e perché secondo me c’e molto, moltissimo di cui parlare.
E allora ecco che mentre noi ci chiediamo dove sbagliamo, mentre ci chiediamo come faccia quella ragazza a fare il formaggio mentre il suo figlio più piccolo sta seduto buono buono nel seggiolone a guardarla e un’altra mezza dozzina di bambini gira per casa senza appiccare il fuoco e senza chiamarla ogni 4 secondi, lei sta guadagnando un sacco di soldi e di potere vendendoci un modello di vita tradizionale, semplice, quasi povero.
Ed è questa, la vera trappola. Hannah Neeleman, (niente di personale) da sopra la sua pancia sempre molto rotonda e piena di VITA, mette in discussione noi donne vuote e “moderne”. Noi, che costrette dall’emancipazione ad essere CONTEMPORANEAMENTE mamme amorevoli, donne in carriera, mogli devote, amiche presenti, ci barcameniamo tra tutti i ruoli che dobbiamo ricoprire e corriamo sulle sabbie mobili per non affondare in una qualsiasi delle nostre giornate frenetiche.
Noi, che abbiamo sbagliato tutto. Perché guarda li, come sarebbe facile essere felice, vivendo in campagna, facendo la MADRE, sfornando bambini e pane caldo, servendo la cena a un marito che rincasa quando fa buio, che si toglie gli stivali infangati e la camicia a quadri e si siede a tavola trovando i bambini con i nomi vintage quasi pronti ad andare a letto, stanchi per le corse a perdifiato sui prati. E sono tutti felici, nella loro casa calda e profumata di pane, la tovaglia di lino, i fiori di campo appena raccolti sistemati a centro tavola.
La Hannah che vediamo è l’emblema della calma, è la mamma appagata che si realizza nella famiglia e nella cucina, la donna senza pretese che trova la sua felicità nel servire la sua famiglia. Mentre tu, che per cena prepari i sofficini, che ti irriti se i bambini fanno i capricci o se ci sono giocattoli sparsi sul pavimento del salotto, sei sbagliata. Sei anche stanca, e quindi sei ancora più sbagliata.
E più tu sei sbagliata, più lei è giusta, più tu arranchi, più lei è serena, e più ti senti in colpa, più la guardi, e più la guardi, più sei sbagliata.
Hannah e Daniel hanno iniziato il loro progetto “Fattoria” solo qualche anno fa, forse davvero il loro sogno era quello di crescere bambini e maiali in completa libertà, assaporando la vita di campagna, ma più i bambini crescevano in età e numero, piu aumentavano i followers, ed oggi Ballerina Farm ha un seguito di quasi 15 MILIONI di followers tra Instagram e TikTok, vende animali, vende i prodotti della fattoria, vende merchandising, vende abbigliamento “country chic”, bottiglie, piatti, stampi per burro… Ballerina Farm come tante altre influencer vende la vita della sua famiglia, ma vende anche il concetto di moglie mansueta e perfetta, di famiglia Cristiana, di coppia felice e senza grilli per la testa, vende tutto quello che noi non siamo più.
C’è una cosa fondamentale che Hannah e suo marito non vendono e non pubblicizzano, e cioè da dove vengono. Lui appartiene ad una famiglia milionaria, suo padre possiede diverse linee aeree, ed è anche per questo che i due hanno avuto la possibilità di inseguire il loro sogno di vivere in una fattoria e crescere i loro figli nella natura. Potevano decidere di vivere in una villa a Beverly Hills, o a NY, o a Bali. Potevano semplicemente spendere i soldi della fortuna sulla quale sono seduti senza dover fare molto altro se non respirare, dormire e mangiare, e invece scelgono di allevare maiali, e di fare il burro in casa. Vestono e si comportano quasi come dei vintage “farmers”, ma la differenza è che i contadini e gli allevatori di una volta facevano il burro in casa perché non potevano permettersi di comprarlo, mangiavano le verdure dell’orto perché erano a costo zero, prima che andasse di moda il km zero. Nel mondo Pinterest in cui viviamo, Ballerina Farm ci vende l’immagine della vita di campo che siamo in grado di recepire, quella che, con masochismo, non possiamo smettere di guardare.
E allora, amiche mie, tutto questo smanettare sulla tastiera solo per dirvi che possiamo sentirci meno in colpa se non riusciamo a far crescere i nostri figli insieme alle vacche e ai maiali, se non abbiamo fiori freschi a tavola e se non facciamo il pane indossando uno splendido abito a quadri vichy. Possiamo serenamente continuare a sopravvivere alla nostra vita tra traffico e supermercati, e a farci del male guardando i video di Ballerina Farm nella speranza di scorgere la tata o la colf nascoste in un angolino, pronte a venir fuori non appena Hannah tocca il pulsante rosso e spegne la telecamera.
With Love,
Valeria
C’è da aggiungere che, arrivata a questi numeri di iscritti, la tizia è una vera e propria imprenditrice social, probabilmente con una serie di dipendenti che curano la gestione di tutto questo ben di Dio. Altro che madre casalinga!