La ricerca della felicità
I tre passi fondamentali per trovare in ogni giorno un angolino felice.
A quanto pare la chiave della felicità sta nel disporsi a guardare con occhi diversi ciò che già abbiamo. “La bellezza sta nell’occhio di chi guarda” diceva Goethe.
Devo ammettere che per me questo esercizio è abbastanza complicato e che non riesco a farlo diventare routine. Io ci provo, sia chiaro, ho addirittura comprato un quaderno apposito, ( anche se lo ammetto, ho un quaderno apposito per quasi tutto)… Insomma, ho questo quadernino delizioso su cui appuntare ogni giorno 3 cose per cui ringraziare, una cosa che ho fatto per rendere felice qualcuno, ed una cosa che ho fatto per rendere felice me stessa.
Tendo ad essere una persona allegra ma cinica, sarcastica appena posso, ma in fondo ciò che davvero amo fare è lamentarmi. Oddio che gusto lamentarmi!
Mi piace farlo soprattutto con le amiche e farlo in modo ironico: mi lamento della mia pancia molliccia che sta li e che continuo ad ammorbidire con cucchiaiate di Nutella e lunghe serate sul divano, mi lamento del posto dove vivo, del costo della vita, della politica interna ed internazionale, del consumismo, del patriarcato, della guerra, del cambiamento climatico, e soprattutto mi lamento della fatica che si fa a crescere quei due piccoli e teneri mostriciattoli che ho messo al mondo.
La mia vita la vivo alla ricerca compulsiva di una felicità impossibile, ho scoperto di essere affetta da una ridicola sindrome chiamata DESTINATION ADDICTION: quella sensazione di mancanza perenne e di ingiustizia nel vivere una vita che non mi appartiene, perché, in fondo, io merito molto di più. È come se stessi camminando da anni in un corridoio lunghissimo, cercando nel muro quella porta dietro la quale mi aspetta la vita perfetta. Fa quasi Narnia, in effetti.
Apro quella porta e improvvisamente ecco che mi assale la felicità, il mio corpo si trasforma in quello di Gisele Bundchen, i miei bambini diventano carini e coccolosi, la mia casa un luminoso attico in stile parigino con pavimento in legno antico e soffici divani color crema. Per non parlare del mio conto in banca, con talmente tanti zeri da perderci la vista a contarli… Avro’ tutte le mie amiche vicine, un guardaroba da giorno interamente Sezane che indosserò distrattamente quando la mattina porto i bambini a scuola ed il cane a passeggiare fino alla caffetteria all’angolo, dove mi siederò a sorseggiare il mio cappuccino scuro mentre leggo, o scrivo, e lo sguardo si perde nel il verde del parco del Retiro.
Che goduria, no?
Ecco. Ditemi, vi prego, dove diavolo sta quella porta perché sono circa 30 anni che cammino a tentoni in questo corridoio buio. Aspettando che la felicita’ mi piova dal cielo mentre colleziono diligentemente errori e fallimenti.
Prima aspettavo di essere magra, poi di laurearmi, poi di avere un fidanzato, poi di essere madre, poi, poi, poi… Poi mi sono resa conto che ho vissuto la mia vita aspettandone una migliore, e adesso guardo al passato e mi accorgo di quante cose stupende non ho saputo vedere, o apprezzare come avrei dovuto. Un classicone, che in genere arriva a fine anno, soprattutto se sei già negli ANTA.
Ecco perché di recente ho iniziato ad elencare le cose per cui posso e devo essere felice, ed ecco come mi sono resa conto di quanto sia vero che la maggior parte della felicita non è fuori ma dentro di noi, perché siamo noi a costruire la nostra vita e a far si che ci succeda quello che vogliamo ci succeda.
Voglio condividere con voi un paio di tips quasi banali, ma che se stanno aiutando me, potrebbero fare miracoli anche per quelle di voi che ne hanno bisogno.
Punto numero 1: RINGRAZIA.
Ringrazia per le piccole e le grandi cose. Tutti noi che viviamo in questo lato del mondo possiamo oggi ringraziare di avere acqua corrente, elettricità, connessione internet, un frigorifero, dei supermercati dove comprare cibo, mezzi di trasporto. Io posso ringraziare perché sono sana e sani sono i miei bambini, perché abbiamo un tetto sulla testa, una casa calda ed accogliente, ringrazio perché so leggere, perché sono curiosa, perché posso vedere il cielo, ringrazio perché ho amiche stupende, anche se lontane, e una famiglia disfunzionale, ma solo quanto basta. Insomma, sono fortunata, e in queste ultime settimane me ne sono resa conto molto spesso.
Punto numero 2: CREDICI.
Sembra ormai dimostrato che il cervello umano non distingue la realtà dalla finzione, e se ne fa un gran parlare ultimamente, con questa storia della manifestazione che è diventata di moda, tanto da confondermi le idee al punto di non capire più se è una enorme baggianata o se è la grande verità che abbiamo perso di vista quando abbiamo smesso di essere parte della natura ed abbiamo iniziato a volerla dominare.
Ma poniamo che sia tutto vero, decidiamo di lasciar perdere la diffidenza e di dare una chance a questa teoria, allora dopo aver ringraziato c’e un altro step da fare. Crederci.
Pensa, immagina, senti. Credici. Vedi il bello intorno a te e riempiti gli occhi e il cuore di ciò che vuoi essere, comportati già adesso come farebbe la miglior versione di te stessa, per diventarlo davvero.
Punto numero 3: AGISCI.
Se puoi sognarlo puoi farlo, è scritto ormai anche sulle tazze che vendono negli autogrill, ma non è scritto da nessuna parte che la democratizzazione delle citazioni le renda meno efficaci. In fin dei conti, viviamo circondati dalla democratizzazione di praticamente tutto eppure continuiamo a desiderare e credere nelle stesse cose.
Per agire non serve stravolgere la propria vita, cambiare lavoro, casa e magari anche marito, anche una piccola azione diversa dal solito, ma pensata e fatta con un obiettivo ben chiaro davanti agli occhi, può portare a grandi cambiamenti in noi stesse.
Da pochi giorni, dopo circa 9 anni, sono tornata in palestra. Non è stato facile, ci sono volute settimane di pensa e ripensa, di battaglie col senso di colpa per non essere io a leggere la favola della buonanotte, di ricerca del posto giusto e della lezione giusta, di sessioni davanti allo specchio in cui mi guardavo e mi ripetevo che sarei stata ridicola, con i miei leggings passati di moda e la ciccia molliccia, in mezzo ad un branco di ragazzette toniche con crop top e addominali in vista.
E invece non è stato poi cosi drammatico, ho trovato ragazze allenate ma anche mamme fuori forma come me, e sono stata accolta da sorrisi invece che dagli sguardi di compassione che mi aspettavo.
Il corpo gridava pietà, la mente mi istigava a mollare, ma ho deciso di essere più forte, mi guardavo intorno e non ero la sola a soffrire, e più di una volta ho stretto i denti e silenziato la testa per non cedere e mollare, e quando sono entrata in macchina, ancora sudaticcia e stanchissima, ma orgogliosa, le sensazioni di successo e di libertà che ho provato mi hanno fatto scendere una lacrima. No, più di una.
Dopo tanto tempo avevo ritrovato la forza di occuparmi del mio corpo, e avevo appena fatto qualcosa di molto importante per me e per la me stessa del futuro, perché quando i miei figli saranno grandi ed indipendenti, io voglio avere braccia forti per aiutarli, e gambe che funzionano e che mi possano portare in giro a godermi la vita, fino all’ultimo momento.
Ecco, questi sono i 3 semplici passi fondamentali per rendere migliore la vita, i 3 imprescindibili del mio 2024, che è partito in sordina ma che sono decisa a rendere l’anno del mio cambiamento e del ritorno a me stessa.
Vi auguro, ragazze, di avere tantissime cose per cui ringraziare, e altrettante da sognare e in cui credere, vi esorto a fare anche voi un primo passo per ottenere tutti i risultati che avete messo nella lista dei buoni propositi stilata in quei primi giorni di Gennaio. Non dimentichiamola, non smettiamo di lottare per mettere una bella spunta verde accanto ad ogni obiettivo da raggiungere.
Vi auguro di essere un po’ felici ogni giorno, non solo perché la vita dura poco, ma soprattutto perché la nostra felicita è il regalo più grande che possiamo fare ai nostri figli e alla nostra famiglia.
Ci vediamo li, nel mondo perfetto, cosi mi raccontate come va.
Love,
Valeria