Io sono una EXPAT.
Dai 22 ai 29 ho lavorato nel turismo, cambiando villaggio ad ogni stagione, e quindi cambiando posto, paese, “casa” e colleghi ogni 5/6 mesi.
Poi ho vissuto a Roma, Napoli, Milano, Madrid, e ora Malta. Sono fuori da 20 anni, cosi tanti che non so più quale posto dovrei davvero chiamare CASA.
Ogni volta che ho cambiato posto ho messo nuove radici, radici corte, che mi permettono di sradicarmi e ripiantarmi di nuovo, ricominciando da zero, o quasi. Ma in tutti questi luoghi che ho amato e che ho lasciato, ci sono ancora dei pezzettini di quelle radici, che continuano a vivere, e che sono i legami che ho instaurato; non vengono innaffiate per mesi, ma quando riesco a tornare e versare un po’ d’acqua fresca, rinvigoriscono e si fanno più forti.
Quando penso a tutte le persone che amo e che sono sparse per il mondo, penso alla fortuna che ho avuto, perché se fossi sempre rimasta dove sono nata e avessi costruito la mia vita intorno a quel piccolo nucleo di persone che mi sono trovata in dotazione alla nascita, non avrei conosciuto alcune di quelle che considero le più importanti della mia vita. Ma è sempre una sensazione dolce amara, bittersweet come si dice in inglese, perché con la maggior parte delle persone che amo, non posso costruire ricordi, non posso condividere la quotidianità delle cose semplici e normali, non posso vedere le mie amiche per un caffè o per un gin tonic quando ne ho voglia, non posso passare con loro i pomeriggi al parco mentre spingo i bambini sull’altalena, non posso portar loro un brodo caldo quando stanno male, non posso pranzare con i miei genitori la domenica, non posso passare da mamma per prendere quel tupper con il sugo buono cosi la cena dei bambini è risolta.
Il senso di mancanza cronica con cui convivo è proprio di tutte le persone che hanno fatto la scelta di andare via, di cercare altro, che poi chissà se lo abbiamo trovato, ma non sono solo gli expat a vivere di mancanze, perché gli impegni di lavoro, quelli dei bambini, la spesa, la casa e il mondo tecnologico di cui ormai facciamo parte, ci stanno rubando il tempo e anche gli affetti, senza che ce ne rendiamo nemmeno conto.
Si dice che la vita media sia di 4000 settimane, ed è un dato spaventoso, soprattutto quando ti rendi conto che ne hai già vissute più della metà, e che non c’è alcuna garanzia che siano davvero 4000…
Vi metto questo video, che mi fa piangere ogni volta che lo guardo. È uno spot, uno di quelli da premio, purtroppo è in spagnolo e non ci sono sottotitoli ne in italiano ne in inglese, ma vi prego guardatelo, anche se non capirete proprio tutte le parole. Si tratta di coppie di amici, coppie di persone che si ritengono importanti, fondamentali, persone che si amano in modo puro e reale, e nonostante ciò, si vedono molto poco. Ma non si rendono conto di quanto poco.
Gli viene chiesto ogni quanto si vedono e quanti anni hanno, e poi gli viene comunicato quanto tempo gli resta da vivere INSIEME.
Guardatelo, e pensate a come state usando il vostro tempo. Forse le vostre settimane saranno più di 4000, forse meno, nessuno lo sa, ma è nelle nostre mani il modo in cui le usiamo. Cerchiamo di non sprecarle.
Poi, se vi scende una lacrima, o anche voi finirete coi singhiozzi, fatemelo sapere.
Love,
Valeria