Il mio volo è in orario.
Piccole ansie di una mamma che sta per prendere un aereo. Da sola.
Letti fatti, cucina in ordine, bagni puliti, cesto della biancheria sporca praticamente vuoto, giocattoli a posto, pigiamini piegati sul letto e pronti per questa sera, quando non sarò io a metterglieli. Non sarò qui per riempire la vasca da bagno, non sarò qui per pregare Federico di mangiare la verdura, per assicurarmi che abbiano lavato i denti, per leggere la favola e per fare i grattini della buonanotte.
Non vado in guerra (frase infelice visti i tempi, lo so), non vivo in un’altra casa, non vado in ospedale, vado semplicemente a passare 48 ore con la mia amica del cuore, che vedo solo un paio di volte l’anno, e sono felice.
Sono molto felice ed emozionata all’idea di tutte le chiacchiere arretrate che potremo finalmente recuperare, all’idea di rivedere quello sguardo che capisco come se parlasse, all’idea di non avere orari, di tornare per qualche ora a pensare in un’altra lingua, di mettermi a letto questa sera in un’altra città, di sentirmi di nuovo ragazza, che fa tardi chiacchierando sul divano senza nessuno da accudire se non se stessa.
Eppure…
Eppure mi sento in colpa, penso alle loro vocine nel buio della cameretta, sta sera, quando la luce si sarà già spenta e papà sarà finalmente sdraiato sul divano.
Lui che dice a lei mi manca mamma, lei che ricaccia indietro la tristezza e lo rassicura, solo due notti poi mamma torna, ci sono io con te.
Mami always comes back.
Non mi chiedo se anche le altre mamme si sentono così quando lasciano i cuccioli nel nido, perché ne sono certa. Mi chiedo se anche i papà ci si sentono, se anche loro pensano a lasciare un messaggio d’amore per i bambini, la casa in ordine, i panni puliti e piegati, il lavello vuoto e il frigo pieno. Se anche loro chiudono la porta alle loro spalle con quella punta di nervosismo, e se fosse l’ultima volta? E se capitasse qualcosa, se non tornassi e non potessi far fede alla promessa fatta? Che enorme tradimento sarebbe, per i miei bambini. Mamma ha mentito, mamma non è tornata, forse abbiamo fatto troppi capricci, forse ieri avrei dovuto mettere a posto i giochi, forse avrei dovuto mangiare le verdure.
Che vita, quella di una madre. Non sei più solo tu, non hai più paura per te, hai paura per loro, ti preoccupi di esserci e ti preoccupi di quando non ci sarai, perché nonostante la stanchezza e il peso di non poter essere più solo una ragazza che corre incontro alla vita, sei e vuoi essere il loro porto sicuro, vuoi essere carezze, abbracci, certezze e lacrime asciugate.
Sei questo e molto altro, ma sei comunque ancora tu, tu che semplicemente ti godi il tuo drink e qualche ora di libertà, l’illusione di essere tutta per te, per le tue amiche e per le vostre confessioni, dopo il bacio della buonanotte via Facetime.
E insomma oggi parto per la mia amata Madrid, con una valigia microscopica, gli ormai irrinunciabili mum jeans, scarpe comode e un paio di t-shirt, niente outfit studiati, niente tacchi, niente che ricordi i weekend del passato se non il calore di quell’abbraccio speciale che aspetto e che mi aspetta all’atterraggio. Solo io, e la consapevolezza che mi sentirò a casa fuori casa, quel senso di tornare a qualcosa a cui appartengo.
Che cosa enorme l’amicizia, quando si ha la fortuna di incontrarla davvero, ne dovrei scrivere più spesso, mi fa bene, sento che solo concentrandomi sul motivo di questo breve viaggio riesco a tenere a bada l’ansia da separazione da quei due bambinetti morbidi e rumorosi, con le mani appiccicose e le boccucce sempre pronte a dare baci.
Adesso dovrei scrivere una sorta di conclusione a queste frasi che sembrano rubate al mio diario, e non la trovo, anzi vi chiedo scusa ma mi serviva scrivere queste poche righe ed avevo bisogno di condividerle, che non si sa mai.
Nello stomaco uno strano groviglio di amore ansia e aspettative, e via, chiudo il pc, accendo la musica sulla mia playlist preferita e mi infilo nella doccia, pensando a quello che mi aspetta, al piacere di viaggiare da sola, al tempo per leggere che avrò in aereo, alla preghierina di rito a nonna perché si assicuri che vada tutto bene e il pilota non si dimentichi di controllare i flap (devo smetterla di guardare Indagini ad alta quota, mannaggia), ad un altro giorno bello della mia vita che spero non sia l’ultimo, che se poi succede qualcosa o, è andata così. I miei bambini potranno leggere tutto quello che in questi anni ho scritto per me e per loro e conoscermi attraverso le mie parole, sapendo che le ultime sono state per loro.
Love you,
Mami
Prendo una pagina del mio diario nei primi mesi di maternità: "Non avevo idea che essere madre creasse una tale dipendenza. Dal suo odore, dai suoi sorrisi, dalle sue mani appiccicose, dal suo calore. Che il mio benessere sarebbe dipeso ormai esclusivamente dal suo, e da lui. Che avrei smesso di sentire caldo e freddo, fame, sonno, paura per me stessa ma avrei cominciato a sentirli solo per lui.". Perciò cara Valeria, I feel you. In inglese rende meglio, perché ti sento davvero. Buon viaggio, vedrai che una volta là ci penserai un po' meno, promesso.
🩷🩷